KAT HOUSE _ A DIFFERENT GARDEN
Un’opera multitasking
Cosa intendo per Multitasking?
Intendo dire che in un giardino, ma in qualsiasi altra opera progettata, si possono avere vari stili in un luogo solo e si possono usare vari materiali, l’importante è avere chiara la visione d’insieme.
Infatti, penso sia riduttivo o forse è mancanza di coraggio, non mettersi in discussione per realizzare qualcosa di diverso, esaltando ogni singolo angolo di un luogo con ciò che effettivamente occorre a valorizzarlo appieno.
L’INTERVISTA
Questa realizzazione molto particolare, ma ad avviso di molti anche fluida e rilassante, inizia da una intervista. L’intervista che abitualmente realizzo con il committente.
Come si potrebbe iniziare un rapporto serio con il committente, senza aver approfondito appieno le sue esigenze funzionali, le sue preferenze estetiche e di colore e le sue repulsioni psicologiche a colori e materiali? Di fatto ognuno di noi porta all’interno del proprio inconscio, timori per la riuscita di un lavoro e il giudizio degli altri.
Parlando a fondo con il futuro cliente, bisogna capire i punti deboli e forti del rapporto che si va creando, proponendo esattamente ciò di cui lui ha bisogno ma che non sa concretizzare, offrendo spunti diversi ed anche coraggiosi che non avrebbe mai pensato fossero fattibili.
Nel nostro caso la famiglia proprietaria della villa, definì per bene quali fossero le esigenze e le priorità, chiedendo un giardino a basso regime di manutenzione ed una strada carrabile che portasse dall’ingresso in alto fino al lato in basso del giardino, dove si sarebbe costruita una piscina, l’accesso ai garage ed alla zona living.
IL PROGETTO
La Strada – Durante la prima analisi mi accorsi che l’ingresso dalla zona superiore del giardino avrebbe fatto vedere la villa dall’alto, cosa generalmente non preferibile in quanto guardare una casa dal basso verso l’alto offre al visitatore una vista più imponente.
La fortuna in questo caso era che dietro alla villa si scorgeva in lontananza la panoramica mozzafiato del Parco naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, all’interno della Valle Santa reatina.
Nello studio della carrabilità, e del piazzale immaginai una soluzione diversa dal solito, che avevo già usata nel progetto di Fregene, disegnare lo spazio con una strada costruita con un materiale differente da quello del piazzale traversato dalla stessa. Cambiando materiali e colore, la strada assumeva un disegno più importante e dolce, senza mescolarsi con il pietrame restante. La scelta cadde quindi sul cemento grezzo e ciottoli liberi.
La strada fu pensata per essere dolce e senza spigoli, con cemento a vista gettato in opera e lisciato subito, con finitura grezza. La regola imprescindibile fu quella di realizzare curve che la rendessero simile ad un fiume, senza alcuna interruzione visiva.
Ogni 5 metri si interruppe la continuità del cemento tramite canali di scolo e rompitratta, che fungevano anche da motivo estetico e ritmo visivo.
Gli stessi canali ripetuti sull’intero lato destro e sinistro della strada, riempiti anche di tubi di drenaggio, costruirono un eccezionale sistema di drenaggio a secco.
La preparazione richiese tempo e varie accortezze, al fine di posizionare le quote in modo da percorrere la strada superando senza difficoltà i canaletti di cemento, in seguito riempiti da ciottoli bianchi di fiume.
Questa a mio avviso è la dimostrazione che si possono realizzare opere diverse ed artistiche, che abbiano comunque un’ importante funzionalità.
Il giardino zen – La zona al lato destro della discesa era invece un piano rialzato di terreno, che doveva per forza diventare la parte più importante del giardino, per vari motivi:
1 – alle sue spalle si scorgeva la panoramica del bellissimo Monte Terminillo, quindi andava valorizzato.
2 – poiché la parte alta del giardino era meno fortunata rispetto alla vista panoramica sul Parco naturale, bisognava restituire importanza alla zona d’ingresso per equilibrare la bellezza dell’intero giardino.
Pensai inizialmente di sorreggere la lunghezza di 50 metri della collinetta, con una lastra continua di cor-ten, acciaio speciale di colore cangiante e simile alla ruggine. In questo modo avremmo superato il problema di dover costruire un costosissimo muro di sostegno, comprensivo di fondazione, che avrebbe richiesto lunghi passaggi burocratici ed avrebbe annientato la dolcezza delle curve della collina.
La seconda soluzione preferita da tutto il nucleo familiare, fu quella di sistemare 600 quintali di massi naturali acquistati appositamente e scelti uno ad uno nelle cave, per forma e dimensione. Con il posizionamento dei massi naturali si potevano seguire tutte le curve della collina, e simulare come da progetto un moderno giardino zen che richiamasse il Monte Terminillo.
Lo shock fu così grande per una nonnina che, entrando nel giardino durante i lavori di posizionamento con la gru, disse al nipote: “Quindi finalmente le togliete queste pietre?”
Nel progetto di carrabilità veicolare e pedonale del giardino, si intersecarono la strada in cemento e la gradonata proveniente dalla zona piscina, che idealmente proseguì sul giardino zen, tramite una nuovissima scala rastremata a forma di virgola, in cemento lisciato. La scala fu veramente l’idea nuova che unì le varie aree del giardino, proseguendo sul piano di ghiaia con altri passi rettangolari in cemento.
Dirigersi verso una montagna o verso una risorsa di acqua è l’obiettivo della filosofia del giardino giapponese, quindi la scala si diresse verso una pietra che assolse al compito di fontana naturale. Da questa fontana nasce ora una cascata che si tuffa tra i due massi naturali più grandi.
Le curve ottenute con i massi sono ora ripetute sul giardino in ghiaia, dove l’alternarsi del bianco alle piantagioni di piante tappezzanti, crea una grande profondità dimensionale da qualsiasi punto si osservi il giardino, facendolo sembrare ancora più grande. La scelta di cospargere l’intera area zen e l’area a prato con sfere di Bosso, Tasso ed Azalea, serve a colorare, decorare e legare i due spazi con gli stessi materiali, legando i due stili assieme.
La zona piscina – La parte inferiore del giardino, raggiunta dal lato destro con la strada carrabile e dal lato sinistro con una gradonata in pietra, fu scelta per la costruzione di una piscina privata direttamente connessa alla casa ed allo spogliatoio.
Come già detto questa zona aveva il vantaggio di offrire una vista della casa dal basso verso l’alto e di aprirsi al meraviglioso panorama sulla Valle Santa. Di conseguenza non aveva necessità di grandi opere, ma solo della progettazione per la gestione dello spazio funzionale all’area piscina, barbecue, ospitalità ed area relax, tramite l’utilizzo del sistema a muri e gradoni.
La piscina è ora connessa alla casa tramite un viale centrale, che di notte si illumina con incassi led di colore verde, i quali proseguono a circondare tutta la piscina come fosse una pista di decollo. La forma della piscina con un lato semisferico, è ripresa dall’Agorà costruita in pietra e cemento, per fare da seduta ed area Dinner.
I materiali usati in questa zona sono la pietra – scorza di Trani -e per il pavimento del bordopiscina e il viale, gres antiscivolo similare al legno e piante tappezzanti grasse per il giardino pensile superiore allo spogliatoio, in modo da utilizzare i pochi centimetri di terreno esistenti e rendere calpestabile la futura pergola in travi di legno.
La ricerca dei materiali è stata molto importante, per far si che le grandi pietre naturali, la pietra di rivestimento di muri e colonne, la pietra di calpestio di Trani ed il traverino St. Peter dell’Agorà, fossero tutti dello stesso colore e stessa fattura.
Cosa dire per il resto? – Il giardino è circondato per la privacy da siepi fitte nei luoghi più esposti ad occhi esterni, mentre in altre zone laterali sono state utilizzate rampicanti di Gelsomino mescolato a Rose. Nella parte superiore del giardino sono stati scelti esemplari di olivi pugliesi e calabresi centenari di provenienza certificata, mentre nel bordo perimetrale della casa abbiamo semplicemente ripetuto una doppia bordura di rose gialle ed Agapanthus a fiore blu, per legare con i colori della casa e dare qualche tono di colore freddo.
La manutenzione ridotta richiesta nell’intervista dai committenti è stata rispettata: infatti le zone a prato sono prive di cigli per velocizzare l’uso del rasaerba, le aree in declivio sono rivestite di piante tappezzanti e l’area fronte alla casa è bellissima e per di più riempita di ghiaino su telo antiradice.
La notte? – L’illuminazione scelta è pensata per non essere invasiva con corpi alti ed ingombranti, ma soprattutto per creare contrasti di luce ed ombra, tramite la luce tagliata al suolo e l’utilizzo di incassi a terra.
La suggestione di un giardino notturno, ma anche di una location d’interni, non può prescindere dalla poesia della luce. L’illuminazione dovrebbe avere sempre alcune diverse accensioni per modificare o incrementare la luce nel luogo, a seconda dell’utilizzo del momento.
Illuminare un’ambiente in modo totale come un campo sportivo, significa rinunciare a rendere magico lo spazio, anche se va detto che si tratta di uno studio assai difficoltoso per trovare con la tecnica e l’esperienza la giusta dose di riuscita e di difetto.
Caso di questo giardino ad esempio, la problematica maggiore è stata sicuramente quella di lavorare con differenti variazioni di altezza del terreno, per le quali un corpo illuminante difficilmente può render al meglio rispetto ad un prato totalmente pianeggiante.
Conclusioni – L’opera è stata molto apprezzata dalla committenza, ma la sua riuscita non avrebbe potuto prescindere da un ottimo colloquio ed intesa tra lo studio di progettazione ed i proprietari, che hanno creduto nel progetto iniziale e non hanno mai avuto dubbi sulla realizzazione.
Quindi, l’intervista ha avuto successo…
Stefano Scarani Designer